giovedì 22 dicembre 2011

IL RATTO DI PERSEFONE - PROSERPINA

IL RATTO DI PROSERPINA-PERSEFONE

Ade aveva avuto dal fratello Zeus il dominio su tutto il mondo sotterraneo; abitava perciò negli Inferi, dove aveva il suo palazzo e regnava sui morti.
Egli era severo e addirittura spietato, quando si trattava di punire i malfattori, ma mai malvagio, perché si comportava secondo giustizia.
Aveva un aspetto cupo, sorrideva di rado e vestiva sempre di scuro, accompagnato spesso dal fedele Cerbero, un mostro a tre teste che faceva la guardia alla porta degli Inferi.
Per questo motivo nessuna donna, divina o mortale aveva accettato di sposarlo e di trascorrere la vita nella sua triste reggia.
Perciò Ade era molto triste e amareggiato e si lamentava continuamente con Zeus, che, però, poteva fare ben poco per aiutarlo.
Un giorno il dio degli Inferi, recatosi in Sicilia per certe sue faccende, vide una giovane bellissima, che coglieva dei fiori in un campo ai piedi dell’Etna e se ne innamorò immediatamente.Chiese quindi chi fosse quella splendida ragazza e venne a sapere che era Persefone, figlia di Demetra, la dea delle messi, e di Zeus.
Egli, sapendo che la madre, molto legata alla figlia, non avrebbe acconsentito a lasciarla partire per l’oscuro regno dei morti, si recò all’insaputa di lei da Zeus e gli disse: “Fratello hai finalmente l’occasione di aiutarmi. Mi sono innamorato di una ragazza bellissima, Persefone, e ho saputo che è figlia tua. Ti prego dunque di concedermela in moglie, così che anche io possa avere accanto a me una degna regina. “
Rispose allora Zeus: “ Sono lieto della tua scelta e da parte mia non ho alcuna obiezione. Ma non è il caso di parlarne con Demetra: è troppo affezionata a Persefone e creerebbe di certo dei problemi. Dunque ti consiglio di rapire la ragazza e di sposarla al più presto. Io penserò a placare Demetra e vedrai che tutto si risolverà per il meglio.”
Ade ripartì sollevato dal colloquio con Zeus, aspettando il momento propizio per mettere in azione il piano stabilito.
Quando Persefone si recò di nuovo nei campi della Sicilia per raccogliere fiori, si udì improvvisamente un boato: la terra si spaccò e dalla voragine uscì Ade su un piccolo cocchio trainato da Quattro cavalli neri. Il dio, veloce come un lampo, afferrò Persefone, che ebbe solo il tempo di lanciare un grido, e si tuffò nella voragine, che si chiuse dietro di lui.
Demetra udì il grido e si precipitò alla ricerca della figlia: per nove giorni vagò sulla terra senza mangiare e senza bere, chiedendo notizie di Persefone, ma nessuno, né uomo, né dio, volle dirle nulla.
Alla fine, disperata, si rivolse ad Elio, il sole, che tutto vede, e questi, impietosito, le rispose: “ Ho compassione del tuo dolore, Demetra, e ti dirò la verità, anche se non ti piacerà. Ade, il dio degli Inferi, ha rapito tua figlia e l’ ha condotta nel suo regno col permesso di Zeus. Ti consiglio, però, di accettare questo matrimonio, dato che tuo genero regna su un terzo dell’universo.”
Ma Demetra non volle sentir ragioni e, adirata con Zeus, abbandonò l’Olimpo lanciando una terribile maledizione:finchè Persefone non le fosse stata restituita, la terra non avrebbe più germogliato, gli uomini sarebbero morti e gli dei non avrebbero più ricevuto sacrifici.
La minaccia era terribile, Zeus cercò immediatamente di  placare la dea. Inviò a lei tutti gli dei perché la pregassero di ritirare la sua maledizione e le facessero dei doni, ma Demetra non cedette. Allora Zeus si decise a mandare da Ade Ermes, il messaggero degli dei, per chiedergli di restituire Persefone alla madre.
Il do degli Inferi, rendendosi conto che non poteva opporsi al volere di Zeus, fece chiamare Persefone e le disse: “ Perdonami se ti ho offesa e ho arrecato dolore a tua madre, ma non voglio trattenerti più contro il tuo volere. Prima di partir, accetta però questo frutto che ti offro come segno del mio affetto.” Le porse un melograno che Persefone mangiò. La dea salì poi sul cocchio di Ermes, che la condusse in volo fino alla madre.
Appena la vide arrivare, Demetra corse incontro alla figlia e l’abbracciò teneramente; poi le chiese” Dimmi, per caso hai mangiato qualcosa mentre eri negli Inferi ? “
“ No – rispose Persefone – solo al momento della partenza ho assaggiato un po’ di frutta. “
“ Dunque l’astuto Ade ha ottenuto il suo scopo !” esclamò Demetra con un gesto di stizza. “ Poiché hai mangiato del cibo nel regno dei morti, resterai legata ad esso per sempre. Dovrai trascorrere perciò con tuo marito negli Inferi un terzo dell’anno, durante il quale la terra non darà frutti né fiori in ricordo del dolore che ho provato per la tua scomparsa; per gli altri due terzi resterai con me e con gli altri immortali  e l’intera natura si risveglierà dal suo sonno. Nascerà così il ciclo delle stagioni, che governa la vita degli uomini; essi durante il rigido inverno attenderanno con ansia il tuo ritorno, in primavera, che porterà fiori e frutti d’ogni sorta”.

PER LA COMPRENSIONE E L'ANALISI

  1. Ricostruisci gli eventi principali della vicenda, assegnando ad ogni porzione di testo (sequenza) un breve titolo, che ne riassuma l’informazione principale.
  2. Quali sono i personaggi ?
  3. Attraverso quali informazioni viene caratterizzato il personaggio di Ade?
  4. Individua i luoghi nei quali si svolgono i fatti narrati. Quale luogo è maggiormente descritto ? Per quali ragioni secondo te ?
  5. Individua il tempo nel quale si svolge la vicenda.
  6. In base a quali elementi del testo possiamo affermare che Ade agisce ricorrendo alla violenza e all’inganno?
  7. Per quali ragioni egli agisce così ?
  8. Perché possiamo affermare che Zeus suggerisce ad Ade una soluzione che poi si deve “rimangiare” ?
  9. Perché possiamo affermare che il conflitto tra Ade e Demetra si risolve con un compromesso ?
  10.  Quale fenomeno della vita naturale volevano spiegare i Greci con questo mito ?
  11.  Quali informazioni possiamo ricavare sulla visione dell’oltretomba dei Greci ?
  12.  Come giudichi il comportamento di Demetra nel corso di tutta la vicenda ?
  13.  Secondo te quale visione del mondo femminile e  maschile emerge da questo mito ? 
  14. Il conflitto tra Demetra, dea delle messi e Ade, Dio degli inferi, può essere letto anche in chiave simbolica: di che tipo di conflitto si tratta ? 

giovedì 15 dicembre 2011

Per venerdi 16

Stampa il testo del mito. Dopo averlo letto rispondi alle domande di comprensione per venerdi' 16
Per latino invece ripassa tutto, studia i complementi di luogo, la coniugazione del verbo passivo e svolgi sul libro rosso gli esercizi a pag. 27- 28  il n° 1-2- 3 - 4, 


Aristofane narra il mito delle due meta'


Il simposio( o convivio) era nel mondo greco e poi latino il momento che seguiva un banchetto, in cui i cittadini maschi si incontravano per conversare di argomenti colti, ascoltando musica e canti, bevendo in compagnia di giovinetti e fanciulle. Nel “Simposio” narrato dal filosofo Platone, uno dei piu’ importanti  filosofi greci, prende la parola un commediografo, Aristofane, che narra un mito.

“Mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza di Eros. Se se ne rendessero conto, certamente avrebbero elevato templi e altari a questo dio, e dei più magnifici, e gli offrirebbero i più splendidi sacrifici. Non sarebbe affatto come è oggi, quando nessuno di questi omaggi gli viene reso. E invece niente sarebbe più importante, perché è il dio più amico degli uomini: viene in loro soccorso, porta rimedio ai mali la cui guarigione è forse per gli uomini la più grande felicità.
Dunque cercherò di mostrarvi la sua potenza, e voi fate altrettanto con gli altri. Ma innanzitutto bisogna che conosciate la natura della specie umana e quali prove essa ha dovuto attraversare.
Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso.
Era l'ermafrodito, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Oggi non ci sono più persone di questo genere. […]
Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa. Avevano quattro orecchie, due organi per la generazione, e il resto come potete immaginare. Si muovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano. E quando si mettevano a correre, facevano un po' come gli acrobati che gettano in aria le gambe e fan le capriole: avendo otto arti su cui far leva, avanzavano rapidamente facendo la ruota.
La ragione per cui c'erano tre generi è questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d'entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra. La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare, proprio perché somigliavano ai loro genitori. Per questo finivano con l'essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso.
Così attaccarono gli dèi e […] tentarono di dar la scalata al cielo, per combattere gli dèi.
Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere. Erano infatti in grave imbarazzo: non potevano certo ucciderli tutti e distruggerne la specie con i fulmini come avevano fatto con i Giganti, perché questo avrebbe significato perdere completamente gli onori e le offerte che venivano loro dagli uomini; ma neppure potevano tollerare oltre la loro arroganza.
Dopo aver laboriosamente riflettuto, Zeus ebbe un'idea.
"lo credo - disse - che abbiamo un mezzo per far sì che la specie umana sopravviva e allo stesso tempo che rinunci alla propria arroganza: dobbiamo renderli più deboli. Adesso - disse - io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. Ne avremo anche un altro vantaggio, che il loro numero sarà più grande. Essi si muoveranno dritti su due gambe, ma se si mostreranno ancora arroganti e non vorranno stare tranquilli, ebbene io li taglierò ancora in due, in modo che andranno su una gamba sola, come nel gioco degli otri."
Detto questo, si mise a tagliare gli uomini in due, come si tagliano le sorbe per conservarle, o come si taglia un uovo con un filo. Quando ne aveva tagliato uno, chiedeva ad Apollo di voltargli il viso e la metà del collo dalla parte del taglio, in modo che gli uomini, avendo sempre sotto gli occhi la ferita che avevano dovuto subire, fossero più tranquilli, e gli chiedeva anche di guarire il resto.
Apollo voltava allora il viso e, raccogliendo d'ogni parte la pelle verso quello che oggi chiamiamo ventre, come si fa con i cordoni delle borse, faceva un nodo al centro del ventre non lasciando che un'apertura - quella che adesso chiamiamo ombelico. Quanto alle pieghe che si formavano, il dio modellava con esattezza il petto con uno strumento simile a quello che usano i sellai per spianare le grinze del cuoio. Lasciava però qualche piega, soprattutto nella regione del ventre e dell'ombelico, come ricordo della punizione subìta.
Quando dunque gli esseri primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all'altra. Si abbracciavano, si stringevano l'un l'altra, desiderando null'altro che di formare un solo essere. E così morivano di fame e d'inazione, perché ciascuna parte non voleva far nulla senza l'altra. E quando una delle due metà moriva, e l'altra sopravviveva, quest'ultima ne cercava un'altra e le si stringeva addosso - sia che incontrasse l'altra metà di genere femminile, cioè quella che noi oggi chiamiamo una donna, sia che ne incontrasse una di genere maschile. E così la specie si stava estinguendo.
Allora Zeus, mosso da pietà, ricorse a un nuovo espediente. Spostò sul davanti gli organi della generazione. Fino ad allora infatti gli uomini li avevano sulla parte esterna, e generavano e si riproducevano non unendosi tra loro, ma con la terra, come le cicale.
Zeus trasportò dunque questi organi nel posto in cui noi li vediamo, sul davanti, e fece in modo che gli esseri potessero generare accoppiandosi tra loro, l'uomo con la donna.
Il suo scopo era il seguente: nel formare la coppia, se un uomo avesse incontrato una donna, essi avrebbero avuto un bambino e la specie si sarebbe così riprodotta; ma se un maschio avesse incontrato un maschio, essi avrebbero raggiunto presto la sazietà nel loro rapporto, si sarebbero calmati e sarebbero tornati alle loro occupazioni, provvedendo così ai bisogni della loro esistenza.
E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell'uomo.
Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare. […]
Queste persone - ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque - quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei - per così dire - nemmeno un istante.
E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza. […]
la nostra natura originaria è come l`ho descritta: noi formiamo un tutto: il desiderio di questo tutto e la sua ricerca ha il nome di Amore.
Se dunque vogliamo elogiare con un inno il dio che ci può far felici, è ad Eros che dobbiamo elevare il nostro canto: ad Eros, che nella nostra infelicità attuale ci viene in aiuto facendoci innamorare della persona che ci è più affine; ad Eros, che per l'avvenire può aprirci alle più grandi speranze. Sarà lui che, se seguiremo gli dèi, ci riporterà alla nostra natura d'un tempo: egli promette di guarire la nostra ferita, di darci gioia e felicità.



1.      Per quale motivo Aristofane decide di narrare agli altri commensali del simposio il mito delle due meta’? Di quale situazione egli si lamenta in apertura del suo discorso ?
2.      Per quale motivo secondo il mito la popolazione umana anticamente era composta di tre generi?
3.      Quale era l’aspetto degli ermafroditi?
4.      Perche’ Zeus si trovo’ costretto a punirli ? Quale fu la punizione che inflisse loro?
5.      In che modo Zeus evito’ che essi scomparissero?
6.  Quale era dunque la concezione dell’amore della cultura greca a cui appartiene questo mito ?
7.   In che senso , secondo Aristofane,  Amore è una forma di guarigione per gli umani?





venerdì 9 dicembre 2011

Esercitazione in preparazione alla verifica


Sottolinea i predicati e riconosci di che tipo sono (PN, PV, PV servili, PV fraseologici)
  1. I rinforzi arrivarono quando ormai la sconfitta era inevitabile. 2. Sono vebnuto a piedi ma ritornero’ in autobus. 3. Mio padre presto smettera’ di lavorare e andra’ in pensione. 4. Mi sono alzato presto perche’ devo prendere il treno delle sette e venti.5. Voglio dire cio’ che penso di te e spero che non ti offenderai per la mia sincerita’.
Riconosci la funzione del verbo essere (copula, ausiliare, propria)
  1. Sono arrivato in ritardo al lavoro a causa di uno sciopero del personale delle ferrovie.2 Le terre al di qua del fiume sono piu’ fertili. 3. Sono stato lontano dal mio paese per tre anni.4. Permesso, c’è qualcuno? 5. Certo che siamo andati a scuola, ne torniamo proprio adesso. 6. Presto sapremo se la nostra domanda è stata accolta. 7. Firenze è una citta’ molto bella.
Esprimi l’analisi grammaticale del verbo
Es. ebbi finito = finire, 4^ coniug., attivo, indicativo, trapassato remoto, 1^ p.s.
Mangiando, furono sepolti, avere parlato, ho assistito, esistente, avuto, abbi (tu) !, che stringesse, avremmo detto, che tu sia venuto, erano discesi, discendereste
Riconosci se il predicato è transitivo: se possibile trasforma le frasi passando dalla forma attiva alla passiva o viceversa.
1.Sul camino della mia casa si sono posate due cicogne. 2. Hanno sentito tutti le tue parole. 3. Il ruolo del vecchio professore sara’ interpretato da Giacomo. 4. Credo che Francesco abbia risolto il difficile problema che vi ho dato.5. Sulle loro imbarcazioni i Vichinghi raggiunsero le coste dell’America settentrionale. 6. Ti ritengo un ottimo giocatore di scacchi
Stabilisci la funzione della parola CHE (pronome relativo, congiunzione): se è presente il pronome relativo formula l’analisi del periodo.
1.Spero che l’idraulico arrivi presto a riparare il rubinetto. 2. Ti daro’ una notizia che ti sorprendera’. 3. Ti ripeto che non so niente di questa storia. 4. Questa è la gociia che fa traboccare il vaso. 5. Le previsioni metereologiche dicono che domani piovera’ 6. Il titano Prometeo, che rubo’ il fuoco agli dei, fu duramente punito da Zeus.
Esprimi l’analisi logica (soggetto, complemento oggetto, termine, vocazione, specificazione, luogo, compagnia e unione)
1.Mi hai cercato? Io vado al cinema, ci vieni anche tu? 2.Ci accompagni in spiaggia? 3.Gigi, accompagna la mamma dalla parrucchiera, perche’ io non posso.4. Ho un certo appetito e mangerei un piatto di spaghetti con il pesto. 5. La nave che sta uscendo dal porto è diretta verso la Spagna.6. Non mi sembra di conoscere il ragazzo che sta con Anna. 7. Mi ha fatto piacere ricevere da te questa prova di amicizia. 8. Questa è una bella citta’: vi abito da dieci anni. 9. Vieni dentro, non startene sulla porta. 10.Sono andato con il cane a fare una passeggiata per il viale.

giovedì 1 dicembre 2011

Facciamo un po' d'esercizio ....

1.Sottolinea le voci verbali riconoscendo il tipo di predicato.

Devi telefonare a Silvana!. 2. Comincia a nevicare. 3.  Le campane hanno smesso di suonare 4. Preferirei decidere io se non ti dispiace. 5.  Vorrei gustare una delle vostre deliziose pizze. 6. E la vorrei senza formaggio, per favore. 7. Gli ospiti vennero accolti con grandi festeggiamenti. 8. Non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto: cosa posso fare per sdebitarmi ? 9. Non sa mai fermarsi in tempo ! 10. Ho sentito tanto parlare di lui: ora posso proprio sdebitarmi.11. Se avessi salvato una copia  del file  sul dischetto, ora non dovrei rifare tutto il lavoro. 12. Avremmo potuto pareggiare se il nostro centravanti non avesse fallito un calcio  di rigore. 13. Quella bella bicicletta rosa è di Maria. 14. I miei guanti sono li’ 15. Un giorno sarai famoso. La Germania è bella:  vi tornero’ presto. 16. Mi piace molto stare in campagna: ci vado non appena possibile. 17. Vi ho visto mentre rientravo. 18. Mi hai portato un mazzo di fiori 19. Ho letto un bel romanzo: me lo ha consigliato un mio compagno. 20. Adesso, bambini, vi racconterò una bella storia. 21. Se ci accompagni, ci andiamo subito.

2.Di ciascuna frase dell’esercizio precedente individua il soggetto del predicato e fai l’analisi logica dei termini sottolineati.

3. Analizza ciascun CHE indicando se si tratta di PR = pronome relativo, C = congiunzione; riconosci la subordinata relativa mettendola tra parentesi, poi analizza la funzione logica del CHE relativo

1.Vediamoci stasera al pub che hanno appena aperto
2. Giorgio non sa proprio che scrivere nella relazione sulla globalizzazione.
3.4. Sarebbe auspicabile che facciate almeno i calcoli piu’ semplici a mente.
5. Non credo che Luigi sia sempre consapevole dei problemi che provoca agli altri
6. Il postino mi ha assicurato che da domani la posta sarà consegnata verso le dieci.
7. Quell’uomo fa spesso promesse che poi non mantiene
8. Grazia ci ha annunciato che si terrà a Mantova una importante mostra su Caravaggio.
9. Mi assicuri che manterrai la promessa che mi hai fatto ?
10.  Molti ritengono che l’estate che è appena trascorsa è stata molto calda.
11. E’ risaputo che non sei mai puntuale.
12. Ho incontrato il mio amico Paolo, che tu conosci bene.
13. Ho visto delle belle albicocche che pendevano dai rami dell’albero.
14. I soldati caddero nell’imboscata che i nemici avevano teso loro
15. Ripetimi esattamente le parole che gli hai detto.

martedì 22 novembre 2011

IL POMO DELLA DISCORDIA o LA MELA D’ORO

           Scarica il testo del mito e stampalo in modo da poterlo utilizzare in classe

Zeus, il  padre di tutti gli dei  e degli umani, preoccupato per il moltiplicarsi degli uomini sulla terra, aveva deciso di mandare fulmini ed inondazioni, un bel diluvio universale, come nei racconti babilonesi o biblici. Qualcuno tuttavia lo consigliò che, per gettare scompiglio fra gli uomini spingendoli ad ammazzarsi fra di loro in una guerra, bastava far nascere una donna che fosse molto bella…
Così Zeus fece nascere Elena, la donna più bella del mondo, che in un passato molto lontano fu la causa della guerra di Troia il leggendario scontro tra oriente e occidente, fra Troiani ed  Greci...
Ecco come scoppiò.
Primo atto
Siamo in Grecia. Sulla cima del  monte Pelio  si stanno celebrando delle nozze  speciali: quelle fra un mortale, tale Peleo, re di Ftia in Tessaglia, e una immortale, la Nereide Teti, divinita’ che gioca fra le onde del mare con le sue cinquanta sorelle e ne popola le profondita’.
Tutte le divinità olimpiche sono state invitate al banchetto, tutte portano doni, fra canti, danze gioia ed ogni divertimento…tranne la dea Eris, la discordia, la gelosia, l’odio.
D’improvvo si presenta nel bel mezzo delle nozze,  portando con se’ un magnifico regalo d’amore: un pomo d’oro, pegno della passione che si prova per l’essere amato.
Proprio al centro della mensa Eris getta il suo splendido regalo, sul quale è scritta una dedica : “ Alla più bella” .  
Quando gli dei vedono quella mela dorata sulla tavola, tutti a volerla guardare, toccare, leggere la scritta: un gran disordine!!!
Finalmente Zeus prende lui in mano la mela : “ La piu’ bella dea avra’ la mela d’oro”
Il pomo d’oro, meraviglia scintillante e luminosa,  sta sulla cima del Pelio in attesa di appartenere a qualcuno: chi otterra’ il frutto ?
Sono almeno tre le  divinità persuase che il pomo spetti a loro: Era, la  moglie di Zeus, Atena, dea guerriera e della sapenza e Afrodite, dea della bellezza e dell’amore.
Ora, Zeus si guarda bene dal scegliere a chi dare la mela. Se compisse personalmente la scelta, una sola dea resterebbe soddisfatta a danno delle altre due.
Come sovrano imparziale Zeus ha stabilito i poteri, le sfere di dominio, i privilegi di ciascuna delle tre divinità.
Se accorda la sua preferenza a Era, la sua imparzialita’ sara’ messa in discussione per aver favorito la moglie. Se scegliera’ Atena lo si accusera’ di voler “raccomandare” la figlia,  se si pronuncia invece per Afrodite vi si vedra’ la prova che il re degli dei non sa resistere al desiderio d’amore.
Per Zeus è impossibile giudicare, cosi’ egli  propone che a scegliere sia un mortale.
Anche in questo caso gli dei tendono a far scivolare sugli uomini le responsabilita’ di decisioni che loro stessi si rifiutano di assumere, cosi’ come agli uomini hanno sempre destinato sfortune o situazioni funeste che non volevano per se’...
Secondo atto
Monte Ida. E’ qui, in Troade,  terra di caccia alle bestie selvagge e di solitudine senz’altra compagnia che i pastori e le loro greggi che i giovani eroi si fanno le ossa. Qui, lontano dalle citta’, dai campi coltivati i giovani, creature selvagge essi stessi, devono fare il loro apprendistato di coraggio, di resistenza e abilita’, virtu’ che rendono un uomo un eroe.
Il prescelto che dovra’ risolvere la contesa fra le divinita’ ha un nome: Paride.
Paride è il piu’ giovane fra i figli di  Priamo, il re di Troia. Troia, grande citta’  sulla costa nordoccidentale dell’Asia minore, molto ricca, bella, potente. Il  giovane  bellissimo principe, in quel momento si trova lontano dalla reggia per fare il re-pastore,  perchè sua madre Ecuba , mentre era ancora incinta e stava per darlo alla luce, sognò di  partorire al posto di un essere umano, una torcia,  che appiccava il fuoco alla sua bella citta’.
Subito Ecuba interrogo’ l’indovino: l’interpretazione che le venne svelata fu che il nascituro avrebbe provocato la fine  di Troia. Che cosa fare ?
Cio’ che gli antichi hanno sempre fatto in casi del genere: destinare il bambino alla morte senza ucciderlo: esporlo.
Esporre un bambino significa condannarlo alla morte senza macchiarsi le mani.
Priamo affido’ il piccolo ad un pastore perche’ lo abbandonasse, senza cibo, privo di cure, senza difesa alcuna in quello stesso luogo in cui si esercitava la gioventu’ eroica.
A volte accade che il piccolo non muoia.
Cosa accadde a Paride?
Si narra che un’orsa lo nutri’ con il suo latte, poi alcuni pastori lo scoprirono e lo raccolsero, allevandolo  in mezzo a loro senza sapere ben inteso chi fosse.
Il suo nome è ora Alessandro. Paride-Alessandro.
Quando Hermes, insieme alle tre dee scende fino al monte Ida per chiedergli di arbitrare la contesa, il giovane prova una sorpresa mista ad inquietudine.
Inquietudine perche’ in genere quando le divinita’ si mostrano ai mortali alla luce del sole,  svelandosi in tutta la loro autenticita’ c’è da preoccuparsi.
I mortali non hanno diritto di vedere la divinita’. Vederla è un privilegio straordinario e un pericolo da cui non si scampa. .
In principio dunque Paride-Alessandro è spaventato. Ermes gli spiega il volere di Zeus:  “ Paride, Zeus ti ordina di giudicare quale di queste dee è la più bella”.
Forte è l’imbarazzo del giovane. Paride, dubbioso  prende la mela tra le mani pensando : “ Dividerò la mela fra le tre dee”.
“No, no – dicono le dee -non puoi disobbedire agli ordini di Zeus”. “E così sia - dice Paride  - ma prima vorrei pregare le perdenti di non serbarmi rancore. Sono soltanto un essere umano, in grado di commettere i piu’ stupidi errori.”
Le dee in coro promettono di rimettersi alle sue decisioni.
“Bastera’ che io le giudichi come sono” chiede Paride a Ermete “oppure debbono essere nude ? “
“ Tocca a te stabilire le regole della gara” risponde Ermete con un discreto sorriso.
“In tal caso, vogliono acconsentire a spogliarsi?”
Ermete dice alle dee di obbedire ed educatamente volta loro la schiena.
Le tre dee acconsentono.
Afrodite è subito pronta, ma Atena vuole che ella si tolga anche la famosa cintura magica, che le da’ il vantaggio di far innamorare tutti di sé.
“Benissimo, me la toglierò – risponde Afrodite seccata - ma a patto che tu ti liberi dell’elmo: sei orribile senza.”
“Ora, se non vi dispiace - dice Paride -  vorrei esaminarvi a una a una, per non essere distratto dalle vostre discussioni. Avvicinati Era ! E voi due, sarete gentili da lasciarci per qualche minuto”….
….“Esaminami con attenzione  -  dice Era, girando pian piano su se stessa per metter in luce la sua splendida figura –“ e ricordati che, se mi darai la mela d’oro, farò di te il padrone dell’Asia e il più ricco fra i viventi” .
“Io non mi lascio comprare, signora…benissimo, grazie, ho visto quanto basta. Vieni avanti divina Atena.”
“Eccomi ! -  risponde  Atena, avanzando con passo deciso - E tu ascoltami, Paride. Se sarai tanto astuto da assegnarmi il premio, farò di te il più intelligente e saggio fra gli uomini, vincitore di tutte le battaglie: tutti in Asia ti invidieranno”.
Paride osserva a lungo Atena:  “ Ora puoi rivestirti e metterti l’elmo….. Sei pronta Afrodite?” .
Afrodite gli scivola accanto e Paride arrosisce, perché lei gli è tanto vicina che quasi i loro corpi si toccano…
“ Guarda bene, Paride, e che nemmeno un particolare ti sfugga. Non appena ti ho visto ho detto a me stessa: “ Parola mia, questo è il più bel giovane dell’intera Asia. Perché si è seppellito su di una montagna a pascolare capre ? Se preferirai me diventerai un seduttore senza eguali, le donne piu’ belle ti cederanno e soprattutto conquisterai la bella Elena di Sparta, colei di cui si parla in ogni dove, che è bella quanto me. Sono certa che, se ti vedesse, abbandonerebbe  suo marito e la sua famiglia per divenire la tua amante. Tu di certo hai sentito parlare di Elena …”

“Mai fino ad oggi, mia signora, e ti sarò grato se vorrai descrivermela”.

“Elena è bionda e di carnagione delicata, poiché nacque da un uovo di cigno. Può vantarsi di avere Zeus come padre. Giunta in età da marito fu chiesta in sposa da tutti i principi della Grecia. Ora è moglie di Menelao, ma ciò non crea ostacoli. Può essere tua se lo vorrai. Ti consiglio di  recarti in Grecia e, non appena avrai raggiunto Sparta, farò in modo che Elena si innamori pazzamente di te”.
“ Puoi giurarmelo? - grida Paride.

Vittoria in guerra…. Potere….La bella Elena…..

Senza pensarci due volte, Paride consegnò la mela d’oro ad Afrodite.
Con questo suo gesto il troiano Paride si attirò l’ira di Era ed Atena, che giurarono di distruggere la sua città, mentre Afrodite, con un sorriso, già pensava a come tener fede alla sua promessa.
Ecco avviato il meccanismo che costituisce il secondo atto di questa storia: sullo sfondo sta sempre il nodo intricato delle relazioni fra dei ed uomini



PER LA COMPRENSIONE : Rispondi sul tuo quaderno in modo il piu’ completo e corretto possibile

1.       Individua  i luoghi in cui si svolge la vicenda, il tempo dei fatti narrati, i personaggi principali, i principali eventi della trama.
2.       Perche’ il matrimonio tra Peleo e Teti è “speciale” ?
3.       Perche’ Eris getta una mela d’oro sul tavolo degli dei? Quale effetto vuole provocare secondo te ?
4.       Perche’ Zeus si rifiuta di assegnare personalmente la mela d’oro ?
5.       Quali motivazioni inducono Paride a fare la sua scelta ? A tuo parere, scegliendo Afrodite,  ha scelto davvero  la piu’ bella fra le tre dee ?


6.       Questo mito, piacevole da ascoltare  assume anche un valore eziologico, cioè viene utilizzato per spiegare le cause di un evento umano: quale ? 
7.       Il testo appartiene ad una civilta’ molto antica:  che tipo di giustificazione viene data ad un evento tragico come la guerra ?
8.       Nel testo sono riportate informazioni  su usi, costumi, tradizioni della civilta’ greca antica : quali secondo te ?
9.       Esercitati a raccontare oralmente il mito con parole tue.