lunedì 25 febbraio 2013

Ritmo


ALCUNE OSSERVAZIONI SUL RITMO

Il ritmo ( dal greco rythmòs = successione) è la successione degli accenti metrici all’interno di un testo poetico.
L’ictus, cioè accento ritmico di un vocabolo solitamente coincide con l’accento tonico dei vocaboli in prosa, ma non sempre.

Gli accenti sono fissi nei versi parisillabi ( binario, quaternario etc.) : questo conferisce un ritmo regolare e cadenzato 
Gli accenti sono variabili nei versi imparisillabi

Il ritmo di un componimento puo’ essere LENTO, CANTILENANTE, MONOTONO, MEDITATIVO, SOLENNE, EPICO

Dolce e chiara è la notte e senza vento
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
gia’ tace ogni sentiero, e pei balconi
rara traluce la notturna lampa.
(La sera del dì di festa- Giacomo Leopardi)

I versi sono endecasillabi, con accenti ritmici distanziati e ripetuti enjambements: il ritmo è lento

Il ritmo puo’ essere VELOCE, INCALZANTE, MARTELLANTE

Dagli atri muschiosi, dai fori cadenti
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor,
un volgo disperso repente si desta;
intende l’orecchio, solleva la testa
percosso da novo  crescente romor
( Adelchi – Alessandro Manzoni)

Il ritmo martellante, ravvicinato degli ictus si addice alla descrizione della discesa in Italia dell’esercito dei Franchi raccontata nella tragedia di Manzoni.


Il ritmo poi puo’ essere REGOLARE o DISCONTINUO.

Oltre alla lunghezza dei versi e alla posizione degli ictus un altro elemento che segna il ritmo è l’ENJAMBEMENT

Nessun commento:

Posta un commento